Comunicazione
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La Fondazione “Candida Stefani e Fratelli” onlus, nel perpetuare il nome della Fondatrice Candida Stefani e dei fratelli Cav. Ettore – Italo, dr. Giulio e dr. Luigi, si propone come mission l’attuazione di servizi, progetti ed iniziative per promuovere e favorire la qualità della vita ed il benessere delle Persone con disabilità e delle loro Famiglie.
La Fondazione attua la propria mission con esclusive finalità di solidarietà sociale, ispirate ai valori umani e cristiani, rivolgendosi con priorità alle persone con disabilità residenti a Noventa Vicentina e nel territorio del Basso Vicentino.
L’aggiornamento dello Statuto è avvenuto in riferimento al Decreto legislativo 3 luglio 2017 n. 117 recante “Codice del Terzo settore, a norma dell’articolo 1, comma 2, lettera b), della legge 6 giugno 2016, n. 106”.
In attesa di attivazione del Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, lo Statuto della Fondazione è stato articolato in due allegati:
– allegato “A”, Statuto di Fondazione “Stefani” onlus, che conferma il precedente Statuto di organizzazione non lucrativa di utilità sociale;
– allegato “B” di Fondazione “Stefani” ETS (ente del terzo settore), che assumerà decorrenza di efficacia dalla data di iscrizione della Fondazione al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore.
Le finalità della Fondazione sono così descritte all’Art. 2 del vigente Statuto di onlus:
La Fondazione non ha scopo di lucro e si propone esclusivamente finalità di solidarietà sociale, ispirate ai valori umani e cristiani, quali l’attuazione di iniziative a carattere socio-assistenziale in favore di persone in situazione di disabilità.
Iniziativa prioritaria e prevalente è la istituzione, la promozione, la gestione o il sostegno di centri, progetti, servizi, laboratori, strutture a carattere diurno in favore di persone in situazione di disabilità che abbiano assolto l’obbligo scolastico, abbisognevoli di specifiche forme di prestazioni abilitative e riabilitative e in condizione, a giudizio di esperti del settore, di acquisire il necessario grado di formazione professionale e di autonomia operativa per un loro adeguato inserimento sociale e in attività lavorative.
Con riferimento alla normativa in merito vigente, la Fondazione può inoltre provvedere a:
a) organizzare e sostenere comunità alloggio, case-famiglia e analoghi servizi residenziali inseriti nei centri abitati per favorire la deistituzionalizzazione e per assicurare un ambiente di vita adeguato alla persona in situazione di disabilità priva, anche temporaneamente, di una idonea sistemazione familiare, naturale o affidataria;
b) istituire o adattare centri socio-riabilitativi ed educativi diurni, a valenza educativa, che perseguano lo scopo di rendere possibile una vita di relazione a persone temporaneamente o permanentemente in situazione di disabilità, che abbiano assolto l’obbligo scolastico e le cui verificate potenzialità residue non consentano idonee forme di integrazione lavorativa;
c) promuovere la cura e la riabilitazione della persona in situazione di disabilità con programmi che prevedano prestazioni sanitarie e sociali integrate tra loro, che valorizzino le sue abilità e agiscano sulla globalità della situazione di disabilità, coinvolgendo la famiglia e la comunità;
d) sviluppare in tali ambiti l’attività di ricerca scientifica, psicopedagogica, sociale nonché attività di formazione e informazione.
Eventuali ampliamenti o riduzioni di forme assistenziali, determinati da stati contingenti, potranno essere decisi dal Consiglio di Amministrazione, escludendo comunque l’attivazione di servizi e/o iniziative per persone le cui condizioni di gravità richiedano ricovero permanente in Ospedali, Istituti o Case di cura.
Nel perseguimento delle finalità statutarie in favore delle persone con disabilità, per quanto disposto al comma 1), lettera c) dell’art. 10, del D. Lgs. 4 dicembre 1997 n. 460, alla Fondazione è fatto divieto di svolgere attività diverse da quelle menzionate al comma 1, lettera a), art. 10 del D. Lgs. 4 dicembre 1997 n. 460, ad eccezione di quelle ad esse direttamente connesse.
Ai sensi di quanto prevede l’art. 6 del vigente Statuto, la Fondazione è amministrata dai seguenti organi che durano in carica 5 anni:
L’attuale Consiglio di Amministrazione, eletto il 3 marzo 2018, è composto da n.11 membri, di cui n.5 membri di diritto (n.3 rappresentanti tre linee di parentela della Fondatrice, il Parroco pro tempore di Noventa Vicentina e un rappresentante del Sindaco pro tempore di Noventa Vicentina) e n.6 membri eletti dal Consiglio di Amministrazione uscente, su proposta dei membri di diritto e scelti dai fra persone residenti nella zona in cui opera la Fondazione, che abbiano particolarmente a cuore i problemi della Fondazione medesima ed abbiano le necessarie competenze.
La storia della Fondazione “Candida Stefani e Fratelli” iniziò il 6 luglio 1983 per volontà di Candida Stefani che, in quella data, scrisse di proprio pugno un foglio, intestato «Mio testamento», nel quale disponeva l’intenzione che, dopo la sua morte, tutte le sue sostanze fossero destinate alla costituzione di una fondazione con lo scopo di assistere e curare persone handicappate, perpetuando il nome dei fratelli Stefani Ettore-Italo, Giulio, Candida, Luigi e Maria.
I Fratelli Stefani
I Fondatori Fratelli Stefani, nelle figure di Ettore, chiamato anche Italo (11.9.1897 – 19.3.1982), di Giulio (24.4.1900 – 20.2.1975), Candida (26.12.1902 – 3.3.1985), Luigi (9.8.1905 – 16.5.1983) e Maria (29.08.1908 – 10.3.1911), ebbero i loro natali a Noventa Vicentina e successivamente, spostandosi e lavorando con intraprendenza e capacità, attraverso ruoli diversi, con acume e parsimonia costruirono un’entità economica e patrimoniale tale da consentire, dopo la loro dipartita, la realizzazione anche di questa preziosa opera.
Nel 1908, morì prematuramente la sorella Maria, cui seguì nel 1909 la scomparsa prematura anche del padre Antonio, che lasciò i figli ancora in tenera età.
Furono dunque la madre Luigia Galuppo ed il figlio maggiore Ettore-Italo a dedicarsi al sostegno della famiglia, prima con un negozio di sali e tabacchi in via Matteotti di Noventa Vicentina e poi con un’attività di tipografia, riuscendo così ad accumulare quei risparmi necessari per far studiare i fratelli Giulio e Luigi, che conseguirono la laurea in Chimica Farmaceutica.
Nel 1915, allo scoppio della I Guerra Mondiale, Ettore-Italo, all’età di 18 anni, pur essendo il figlio primogenito orfano di padre, non esitò a rispondere alla chiamata alle armi per servire la Patria. Combattè, infatti, valorosamente con il grado di Caporale Maggiore su tutti i fronti dove infuriava la battaglia, dal Pasubio all’Altipano di Asiago al Grappa al Piave all’Isonzo, fregiandosi alla fine dell’onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto.
Nel 1938, alla morte della madre, Luigia Galuppo, i quattro fratelli, sempre uniti nella vita familiare ed in quella professionale, cominciarono il loro lungo viaggio come chimico-farmacisti prima a Treviso, poi a Rovigo per approdare infine alla grande Farmacia delle Terme di Montecatini, dove esercitavano, oltre ai fratelli Stefani titolari, una decina di collaboratori. Ben definiti erano i ruoli: a Italo il laboratorio farmaceutico, ai dottori Giulio e Luigi la gestione della farmacia, a Candida il reparto cosmesi e profumeria. Era la sorella Candida, con il suo dinamismo ed impegno, a tenere unito il gruppo familiare.
Fortunata fu in quegli anni anche l’attività diretta alla produzione e alla vendita di specialità farmaceutiche brevettate e registrate con il loro nome, che andavano dai confetti lassativi ai “3 oli” di mandorle dolci, di vaselina e di oliva, dalle pillole contro l’obesità a quelle contro l’impotenza, ai ricostituenti nelle anemie, contro la debolezza, gli esaurimenti, e via di seguito. Sul bancone di tutte le farmacie d’Italia, in bella vista, le pillole “Soldaini”.
Commercializzavano in tutta Italia circa 100 specialità con il loro marchio e si ha testimonianza che anche l’Ospedale di Noventa, negli anni 1950-60, faceva largo uso di alcune specialità prodotte dai Fratelli Stefani nei loro laboratori di Montecatini.
Nel 1965, in relazione anche ad alcuni eventi familiari, dopo le fortune e le risorse acquisite a Montecatini Terme, i Fratelli Stefani si spostarono su Milano, andando a vivere in un elegante appartamento di un loro palazzo in via dei Piatti, di fianco a Piazza Duomo.
Tra le loro frequentazioni ed amicizie, i fratelli Stefani ebbero anche una amicizia personale con il Professor Giuseppe Lazzati, Rettore dell’Università Cattolica di Milano dal 1968 al 1983.
Sempre all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, a partire dall’anno accademico 1976-1977 fu istituita una borsa di studio perpetua a commemorazione del dott. Giulio Stefani (scomparso nel 1975) e riservata a studenti vicentini frequentanti questo prestigioso ateneo e degni di merito.
Nel 1979, dopo gli anni di soggiorno a Milano, i fratelli Candida, Giulio e Luigi tornarono a Noventa Vicentina, loro paese natale, dove trascorsero gli ultimi anni della vita, ospiti della Casa di riposo Ca’ Arnaldi, presso un padiglione che essi stessi avevano contribuito a far costruire con le loro elargizioni.
Purtroppo non godettero molto di questa nuova residenza perché Italo morì il 19 marzo 1982, Luigi il 16 maggio 1983 e Candida il 3 marzo 1985.
Il loro comune sentimento fu quello di far giungere i risparmi, frutto del loro lavoro, a quelle finalità e necessità sociali che il mondo moderno dimostrava di affrontare con carenza di mezzi e che la società e la politica non erano in grado di assolvere. Purtroppo ci è dato di conoscere solo una parte delle tante iniziative ed opere significative di cui i Fratelli Stefani si resero benefattori con istituzioni di vario genere, sempre comunque finalizzate al sostegno delle classi e delle categorie meno abbienti che non trovavano adeguato riscontro nel tessuto sociale.
E’ doveroso menzionare le elargizioni per i Mutilatini di Don Gnocchi, per l’Università Cattolica di Milano dove è vigente a carattere perpetuo una borsa di studio per uno studente vicentino frequentante questo prestigioso ateneo, per la Scuola Materna non statale «Vita Gioiosa» di Noventa, per la Parrocchia di Noventa in occasione della ristrutturazione della Casa della Dottrina e del rifacimento della facciata della Chiesa, per l’Unità Coronarica allestita presso l’Ospedale di Noventa, per la Casa di Riposo «Ca’ Arnaldi» con la costruzione di un’ala adiacente alla struttura principale.
La munificenza dei fratelli Stefani per Noventa, durante la loro vita, può alla fine essere quantificata in una cifra superiore ai 600 milioni di lire dell’epoca, rapportabile a oltre tre milioni di euro attuali, non tenedo conto dei numerosissimi interventi in diverse occasioni.
Giova ancora ricordare altri meriti civili acquisiti dai fratelli Stefani nella laboriosità: Ettore-Italo infatti fu insignito della onorificenza di Cavaliere di Vittorio Veneto e della Commenda da parte del Presidente della Repubblica.
Candida militò e visse intensamente l’attività di crocerossina, rendendosi meritevole anche di particolare benemerenza civile per aver partecipato direttamente ai soccorsi dell’alluvione del Polesine nell’anno 1951 con attestazioni riportate sui maggiori quotidiani italiani.
Veniamo, infine, alla data del 6 luglio 1983 quando, rimasta ultima superstite di questa famiglia, la sig.na Candida espresse con proprio testamento la volontà di destinare tutte le sue ultime sostanze alla costituzione di una fondazione con lo scopo di assistere e curare le persone handicappate, perpetuando il nome dei fratelli Stefani Italo, Giulio, Candida, Luigi e Maria.
A far maturare questa iniziativa fu anche il contributo di alcuni sensibili cittadini noventani che vogliamo ricordare con riconoscenza nelle persone del comm. Ettore Trevisan, dell’allora sindaco di Noventa dott. Gianni Galuppo, del maestro Pietro Valda, del maestro Ulderico Scaggion, del notaio dott. Oscher Andriolo, del parroco Mons. Antonio Bizzotto.
Il 6 novembre 1984, con atto del Notaio Andriolo di Noventa Vicentina, venne costituita la Fondazione «Candida Stefani e Fratelli» con lo scopo generale di attuare nel Basso Vicentino iniziative a carattere socio-assistenziale in favore di persone portatrici di handicap con finalità ispirate ai valori umani e cristiani.
Quale iniziativa prioritaria e prevalente venne indicata nello statuto la istituzione di un Centro Diurno per l’accoglimento dei soggetti handicappati assolto l’obbligo scolastico e in condizione di acquisire il necessario grado di formazione professionale e di autonomia operativa per un loro adeguato inserimento sociale e in attività lavorative.
Fu in questo atto che la donante indicò come suoi successori nell’attivazione della nuova fondazione le linee di parentela rappresentate nelle persone di Enrico Galuppo, Ovidio Pellizzari e Giuseppe Stefani, al fine di dare continuità e concretezza al suo pensiero, con la garanzia che il Consiglio di Amministrazione comprendesse anche le autorità civili e religiose presenti a Noventa nelle figure del Sindaco e del Parroco pro-tempore, oltre ad altre due persone residenti nella zona ed aventi particolarmente a cuore i problemi della Fondazione medesima.
Purtroppo Candida Stefani morì il 3 marzo 1985 prima che il Presidente della Giunta Regionale (delibera 06/05/1986 n. 2385) desse alla Fondazione il riconoscimento di personalità giuridica privata ai sensi degli art. 12 e seguenti del Codice Civile.
In occasione delle celebrazioni del ventennale di nascita della Fondazione (1984-2004), la vita e le opere dei Fondatori Fratelli Stefani sono state raccontate e documentate nel volume “I Fratelli Stefani e la Fondazione”, edito nel 2005 dalla Fondazione “Candida Stefani e Fratelli” onlus, a cura di Enrico Galuppo e di Gianni Cesare Galuppo, nipoti dei generosi Fratelli Stefani.
L’art. 15 del vigente Statuto istituisce l’ALBO DEI BENEFATTORI E DEI BENEMERITI, nel quale vengono iscritti, previa deliberazione del Consiglio di Amministrazione, gli enti pubblici e privati, nonché le persone fisiche che abbiano contribuito in modo significativo al perseguimento delle attività della Fondazione.
La Fondazione “Stefani” onlus esprime pubblico omaggio e riconoscenza a tutti coloro che, con generosa sensibilità, hanno elargito significative donazioni a favore della Fondazione stessa per dare sostegno alle sue attività di servizio e di solidarietà verso le persone con disabilità e le loro famiglie.
16/09/1936 – 07/09/2015
In data 7 settembre 2015 moriva a Noventa Vicentina il sig. Lino Ruzza, dopo una vita dedicata alla faticosa attività di agricoltore.
Lino Ruzza
In data 15 settembre 2015, con atto del notaio dott. Pietro Signorile (n.17.406 di Repertorio e n. 4.683 di Raccolta) veniva quindi pubblicato il testamento che il sig. Lino Ruzza aveva scritto di proprio pugno il 19 marzo 2013, indicando la volontà di lasciare alla Fondazione “Candida Stefani e Fratelli” onlus i propri terreni siti in Noventa Vicentina, rispettivamente in via Monte Berico e in via Peraro, come espressione di voto, fatto davanti a Dio, di fare opere di bene ai disabili.
Con questo generoso lascito, il sig. Lino Ruzza assume il merito di benefattore che la Fondazione “Candida Stefani e Fratelli” onlus onorerà perennemente insieme al nome dei benemeriti fondatori Candida, Ettore-Italo, Giulio e Luigi Stefani, perpetuandone la memoria come esempio di solidarietà e di provvidenza.
La storia della Fondazione “Candida Stefani e Fratelli” iniziò il 6 luglio 1983 per volontà di Candida Stefani che, in quella data, scrisse di proprio pugno un foglio, intestato «Mio testamento», nel quale disponeva l’intenzione che, dopo la sua morte, tutte le sue sostanze fossero destinate alla costituzione di una fondazione con lo scopo di assistere e curare persone con handicap, perpetuando il nome dei fratelli Stefani Ettore-Italo, Giulio, Candida, Luigi e Maria.
A far maturare questa iniziativa fu anche il contributo di alcuni sensibili cittadini di Noventa Vicentina, che vogliamo ricordare con riconoscenza nelle persone del comm. Ettore Trevisan, dell’allora sindaco dott. Gianni Galuppo, del maestro Pietro Valda, del maestro Ulderico Scaggion, del notaio dott. Oscher Andriolo, del parroco Mons. Antonio Bizzotto.
Nel mese di marzo 1984, volendo procedere nella sua intenzione di costituire la Fondazione, Candida Stefani chiese formalmente al Sindaco di Noventa Vicentina, dott. Gianni Galuppo ed al Presidente dell’Unità Sanitaria Locale n. 9 del Basso Vicentino, maestro Danillo De Tommasi, l’aiuto delle istituzioni nel reperire una sede idonea a questo progetto.
Il riscontro istituzionale fu rapido e positivo e già entro il mese di aprile 1984 Candida Stefani ottenne l’impegno formale del Comune di Noventa e dell’ULS a destinare all’erigenda Fondazione l’immobile «Casa Rossa», sito a Noventa, in via Monte Berico n.1.
Il 6 novembre 1984, con atto del Notaio Andriolo di Noventa Vicentina, venne costituita la Fondazione «Candida Stefani e Fratelli» con lo scopo generale di attuare nel Basso Vicentino iniziative a carattere socio-assistenziale in favore di persone portatrici di handicap con finalità ispirate ai valori umani e cristiani.
Quale iniziativa prioritaria e prevalente venne indicata nello statuto la istituzione di un Centro Diurno per l’accoglimento dei soggetti handicappati assolto l’obbligo scolastico e in condizione di acquisire il necessario grado di formazione professionale e di autonomia operativa per un loro adeguato inserimento sociale e in attività lavorative.
Fu in questo atto che la donante indicò come suoi successori nell’attivazione della nuova fondazione le linee di parentela rappresentate nelle persone di Enrico Galuppo, Ovidio Pellizzari e Giuseppe Stefani, al fine di dare continuità e concretezza al suo pensiero, con la garanzia che il Consiglio di Amministrazione comprendesse anche le autorità civili e religiose presenti a Noventa Vicentina nelle figure del Sindaco e del Parroco pro-tempore, oltre ad altre due persone residenti nella zona ed aventi particolarmente a cuore i problemi della Fondazione medesima.
Candida Stefani morì il 3 marzo 1985.
Con delibera del Presidente della Giunta Regionale n. 2385 del 06/05/1986, la Fondazione ottenne il riconoscimento di personalità giuridica privata, ai sensi degli art. 12 e seguenti del Codice Civile.
Il 18 luglio 1986 si insediò in Noventa Vicentina, il primo Consiglio di Amministrazione composto dai signori Galuppo geom. Enrico, Stefani comm. Giuseppe, Pellizzari rag. Ovidio, Giacomuzzi dott. Luigi (Sindaco), Bizzotto mons. Antonio (Parroco), Trevisan comm. Ettore e Conti dott. Angelo.
In quella seduta il Consiglio di Amministrazione affidò al sig. Enrico Galuppo l’incarico di Presidente, nominando altresì il comm. Trevisan ed il dott. Conti nel ruolo di membri del Comitato Direttivo (il comitato deputato alla gestione ordinaria della Fondazione).
Dal 1986 al 1990, nella sua prima fase di insediamento e di attività, la Fondazione si rese operativa con interventi a favore di Istituzioni preesistenti nel Basso Vicentino ed in particolare la Fondazione “Stefani” intervenne con il contributo di Lire 100.000.000 (cento milioni di Lire) in favore dell’allora ULSS n. 9 – Basso Vicentino per la costruzione del nuovo padiglione di Villa Rossa in via Monte Berico, destinato a nuova sede del Centro Diurno per persone con disabilità.
Dal 1990 al 1993, dopo alcune iniziative di studio sui problemi dell’handicap presenti nel nostro territorio, fu messa a punto una sinergia con la Cooperativa L’Alba per gestire a Noventa Vicentina, in convenzione con l’allora ULSS n. 9 – Basso Vicentino, il Centro Diurno per persone con disabilità nel nuovo padiglione di «Villa Rossa».
Nello stesso periodo si procedette anche all’iscrizione al Registro delle Istituzioni Private della Regione Veneto (DPGR 07/05/91 n. 1115) e all’autorizzazione al funzionamento per il Servizio di Centro Educativo Occupazionale Diurno (DGR 10/05/91 n. 2578).
Con il 1993 fu avviato il programma di gestione diretta del Centro Diurno “Villa Rossa” con la graduale costituzione di una pianta organica.
In quest’anno, per iniziativa di alcuni operatori della Fondazione, nasce anche la Cooperativa Sociale MAB: cooperativa sociale di inserimento lavorativo per persone disabili, intitolata alla memoria di Mons. Antonio Bizzotto.
Nello stesso anno 1993, il Consiglio di Amministrazione intraprese il proprio interessamento al problema del «dopo di noi» ritenendo di dover affrontare anche la questione dell’accoglienza residenziale delle persone disabili nel momento in cui le rispettive famiglie venissero meno o non fossero più in grado di assicurare le necessarie cure domestiche.
Nel 1994, la Fondazione presentò al Dipartimento per i Servizi Sociali della Regione Veneto una richiesta di contributo per realizzare a Noventa Vicentina, su un’area di proprietà in via Fontana, un progetto di nuova struttura residenziale per 25 ospiti con disabilità, ai sensi dell’art. 8 della legge 5 febbraio 1992, n. 104.
Nel 1995 si registrano importanti avvenimenti nella storia della Fondazione.
Cessa di esistere l’ULSS n.9 Basso Vicentino, che viene smembrata confluendo, per quanto riguarda il territorio di Noventa Vicentina, nell’ULSS n.6 Vicenza, la quale diventa dunque il nuovo interlocutore anche per la Fondazione Stefani.
Presso un fabbricato acquisito in zona artigianale a Noventa Vicentina, attraverso una sinergia con la Cooperativa Sociale MAB, viene attivato il centro diurno “Il Capannone” con finalità di laboratori di formazione, occupazionalità, inserimento socio-lavorativo per persone che presentano abilità pratiche.
Nello stesso anno, la Giunta Regionale del Veneto (delibera 21.02.1995 n. 832) si espresse positivamente sulla proposta di struttura residenziale presentata dalla Fondazione, ritenendola meritevole di diventare un’esperienza pilota di collaborazione tra pubblico e privato nel campo della realizzazione e gestione di comunità alloggio per persone disabili.
Con questo obiettivo, la Regione deliberò l’assegnazione di un contributo di Lire 1.636.204.000, da integrare per la parte restante con risorse della Fondazione fino ad una spesa iniziale prevista in Lire 3.300.000.000 secondo il progetto redatto dall’ing. Domenico Verlato ed approvato dal Consiglio di Amministrazione il 25 ottobre 1995.
La redazione del progetto comportò anche la revisione dello statuto della Fondazione che fu approvata dal Consiglio di Amministrazione il 23 luglio 1996, prevedendo di inserire tra le finalità istituzionali l’organizzazione ed il sostegno di servizi residenziali per persone con disabilità prive di una idonea sistemazione familiare, oltre che la istituzione di centri socio-riabilitativi ed educativi diurni dopo la scuola dell’obbligo per persone disabili non avviabili a forme di integrazione lavorativa.
Nel nuovo statuto fu inoltre previsto di aumentare da 7 a 9 il numero dei componenti il Consiglio di Amministrazione e di introdurre tra gli organi della Fondazione il Collegio dei revisori.
Il 20 ottobre 1997, dopo varie vicissitudini di carattere progettuale e burocratico, fu approvato il progetto definitivo ed esecutivo della nuova struttura residenziale per persone disabili, nonché l’avviamento delle pratiche per la licitazione privata di appalto dei lavori, per un importo totale dei lavori di Lire 3.420.000.000, oltre al quale sono state previste somme a disposizione dell’Ente per il pagamento di: IVA su lavori e forniture, spese tecniche generali, arredo, mobilio, ausili, impianti speciali e costo terreno per ulteriori Lire 1.282.000.000 portando la previsione di spesa a complessive Lire 4.702.000.000.
Esperite le formalità degli appalti con l’ausilio legale della dott.ssa Annamaria Porto, segretario del Comune di Noventa Vicentina, domenica 22 marzo 1998 il Presidente Enrico Galuppo diede ufficialmente avvio ai lavori di costruzione della nuova opera , dopo la cerimonia di benedizione e posa della prima pietra alla presenza del Sindaco Adelino Veronese, del parroco rev. Giacomo Prandina, e di tutta la cittadinanza riunita.
Il 26 aprile 1999, il Consiglio di Amministrazione approvò un’ulteriore integrazione dello statuto dell’ente introducendo alcuni elementi di novità:
Il 18 settembre 1999, dopo innumerevoli difficoltà di ordine tecnico ed organizzativo, ad un anno e mezzo dalla posa delle prima pietra, la Fondazione festeggiò l’inaugurazione della nuova struttura residenziale per persone con disabilità.
Nell’anno 2000, vedendo fortemente ridimensionata la programmazione dell’ente pubblico rispetto alle prospettive di inserimenti nella nuova struttura residenziale di via Fontana, la Fondazione si interrogò sul proprio ruolo per curare, contrastare, prevenire le diverse forme di disabilità, osservando che l’offerta territoriale di strutture riabilitative e di promozione della salute per persone disabili era modesta, se non assente. Nel contempo si riscontrò dall’Azienda ULSS n.6 l’interesse ad una possibile prospettiva di convenzione per servizi riabilitativi.
Il 28 febbraio 2000, il Consiglio di Amministrazione approvò un’ulteriore integrazione dello statuto, prevedendo anche agli scopi di cura e di riabilitazione.
Il 6 dicembre 2000, fu inaugurato al pubblico il nuovo Centro di fisioterapia e riabilitazione con palestra e ambulatorio specialistico fisiatrico-ortopedico, collocati al primo piano della struttura residenziale di via Fontana.
Nel 2001, dall’analisi della rete dei servizi territoriali per le disabilità, la Fondazione rilevò:
Su questi elementi di riflessione, prese corpo il progetto di realizzare nella struttura di via Fontana un CENTRO RIABILITATIVO E SPORTIVO con piscine coperte (una vasca assistita ed una vasca ginnico sportiva) ed una palestra per promuovere la qualità della vita tramite attività di tipo medico-riabilitativo e ludico-sportivo (sana attività fisica ed opportunità positive di aggregazione-integrazione).
Avviati i lavori a inizio 2002, il 20 settembre 2003 venne inaugurato il nuovo CENTRO RIABILITATIVO E SPORTIVO a integrazione e ulteriore qualificazione della struttura residenziale di via Fontana.
Il 10 dicembre 2004, la Fondazione costituì la Società Sportiva Dilettantistica “Stefani Sport” srl uni personale, con lo scopo di valorizzare l’attività sportiva nelle molteplici valenze educative, riabilitative e sociali, con particolare attenzione per il trattamento e la prevenzione delle disabilità.
Oggi la Fondazione Stefani onlus adempie alla sua mission di servizio alle persone con disabilità residenti nel territorio del Basso Vicentino attraverso un’offerta diversificata di servizi, in parte sostenuti da convenzioni con l’AZIENDA ULSS n. 8 – Berica, in parte erogati in autofinanziamento:
– Servizi di Centro Diurno, con attività differenziate di assistenza, animazione, educazione-formazione, occupazionalità, tra cui laboratori tecnico pratici di assemblaggio e di produzione artigianale di ceramica e carta riciclata, nelle tre sedi di:
– Servizi di Comunità Alloggio nella sede principale di via Fontana: quattro appartamenti, ciascuno con cucina, soggiorno, 4 stanze da 2 letti, un bagno assistito, 2 bagni attrezzati. Ogni appartamento è concepito per accogliere un nucleo di massimo 8 persone disabili secondo un modello di piccola comunità familiare. Attualmente è stato accreditato il servizio di Comunità alloggio di 3 appartamenti = 24 posti letto.
Complessivamente sono circa settanta gli utenti accolti nei servizi, tra diurni e residenziali.
– Servizi di Centro Riabilitativo e Sportivo nella sede principale di via Fontana. Tali servizi, gestiti dalla Società Cooperativa Sociale Sportiva Dilettantistica “Stefani Sport”, sono rivolti sia agli utenti dei servizi diurni e residenziali della Fondazione sia alla pubblica collettività (riabilitazione in acqua, medicina riabilitativa e terapie fisiche, acquaticità, acquagym, corsi di nuoto, ginnastica dolce, fitness).
Un’organizzazione che, nell’insieme, conta circa ottanta operatori, impiegati a vario titolo tra pianta organica, cooperativa sociale, prestazioni di collaborazione.
Questa è l’opera che la Fondazione “Stefani” onlus ha fatto crescere nel tempo a servizio della comunità del Basso Vicentino, mettendo a frutto l’eredità di valori e di patrimonio di Candida, Giulio, Ettore-Italo, Luigi Stefani.
Di seguito un file PDF scaricabile con all’interno l’intera storia della Fondazione Candida Stefani e Fratelli Onlus.